Chi decide di installare un fotovoltaico, avrà avuto modo di sentir parlare dello Scambio sul posto (ne abbiamo scritto qui). Per i proprietari di un impianto fotovoltaico, si tratta di una fonte di incentivazione indiretta. Lo Scambio sul posto, prevede, due forme di contributo: il conto Scambio e le eventuali eccedenze.
Calcoli alla mano, un impianto fotovoltaico conviene sia per la salvaguardia ambientale che per i risparmi in bolletta. Le famiglie e le aziende, infatti, stanno scegliendo questo sistema da fonte rinnovabile per coniugare questi due aspetti importanti, a cui, tuttavia, si aggiungono altri vantaggi.
Scopriamo, insieme, cosa sono il Conto scambio e le eccedenze.
Scambio sul posto: il contributo del Conto scambio
Lo Scambio sul posto è come uno strumento di compensazione economica tra immissioni e prelievi; una sorta, quindi, di “rimborso parziale” delle bollette pagate. Come? In base all’energia immessa in Rete.

Rimborso del Conto scambio
Questo “rimborso parziale” è chiamato Conto scambio. Si tratta di un contributo in euro, erogato dal Gse.
Con quale cadenza? Con acconti trimestrali e conguagli annuali.
Ciò significa, quindi, che si può ricevere un rimborso parziale per la quantità di energia prelevata dalla Rete (e pagata al proprio fornitore) e immessa in rete in un momento distinto. La quota di energia suscettibile di rimborso è, dunque, quella scambiata.
Facciamo un esempio
Per esempio: se il proprietario di un impianto fotovoltaico cede alla rete 2000 kWh in un anno e ne preleva 800, pagherà per gli 800 prelevati. Con lo Scambio sul posto, però, può ottenere un contributo a titolo di “rimborso parziale” delle bollette pagate (Conto scambio).
Il Conto scambio, tuttavia, non riguarda la quantità di energia, bensì il suo valore economico, gli oneri e i servizi di solito addebitati in bolletta.
Scambio sul posto: le eccedenze
Per calcolare il contributo dello Scambio sul posto servono due dati: i chilowattora immessi e prelevati. Nello specifico, i primi sono riconosciuti dal Gse; gli altri sono pagati in bolletta dall’utente al proprio gestore elettrico.

Sulla bilancia le eccedenze
In questo meccanismo, comunque, si potrebbero verificare delle eccedenze. Come? È probabile che, a fine anno, le immissioni supereranno i prelievi. In questo caso si ha, pertanto un’eccedenza. Che significa? È un surplus che viene calcolato a fine anno dal Gse.
Facciamo un esempio
Ad esempio, se a fine anno il proprietario di un impianto ha immesso in rete 1.500 kWk e ne ha prelevati 1000, la differenza di 500 kWk è l’eccedenza dello Scambio sul posto.
Il proprietario ha due possibilità:
- la liquidazione monetaria;
- la messa a credito per gli anni successivi.
Se il proprietario sceglie di farsi liquidare le eccedenze deve considerare che queste sono valorizzate a un prezzo molto basso. Inoltre, sono considerate reddito e, quindi, tassate.
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